dalla Voce Repubblicana di domani
Il valore più grande
Siamo perfettamente d’accordo con Gad Lerner nel ritenere che la lettura biblica “invita alla cautela in materia familiare”, ma senza bisogno della Sacra Bibbia, saremmo stati cauti nel giudicare di un eventuale riposizionamento della comunità ebraica italiana, al punto di scrivere, come un dato di fatto, un editoriale dal titolo “perché gli ebrei virano a destra”. Sarebbe come chiedergli perché mai lui, Lerner è andato a sinistra? Anche perché se il rabbino di Roma di Segni esprime la sua contrarietà ai matrimoni omosessuali, esprime una posizione religiosa rispettabile, che non dovrebbe pregiudicare necessariamente una scelta politica. Chiedersi all’interno della comunità se essere favorevoli o meno ai Dico, come fa il mensile Shalom, ad esempio a noi pare una posizione interlocutoria, rispetto a chi nella maggioranza e nel governo è tanto contrario ai Dico, che non sono certo i matrimoni fra omosessuali, al punto di partecipare al Family Day promosso su iniziativa vaticana.
Forse che Rutelli, Mastella, il ministro Fioroni, hanno virato a destra? Secondo i parametri di Lerner, si, eppure il governo sta ancora in piedi, anzi Rutelli e Fioroni vogliono un partito unitario con la Finocchiaro e Fassino che ai Dico sono favorevoli. Per cui non sarà la posizione di Di Segni, o i dubbi di Shalom a compromettere il tradizionale rispetto per la laicità dello Stato da parte degli ebrei italiani, ed ogni sospetto in questo senso ci pare sgradevole e fuori luogo. E probabile invece che ci sia un altro problema, non relativo alle coppie di fatto che turba la comunità ebraica, anche se non al punto di farle superare, come pure sostiene con una certa disinvoltura Lerner, la storica pregiudiziale antifascista. E cioè la difficoltà di sostenere o di andare a sinistra e la ragione di questo è chiara dalla reazione alla visita di Bertinotti in Israele, dove la comunità ebraica ha contestato la linea di “equivicinanza” della politica estera italiana. Come può infatti il governo italiano sentirsi equamente vicino ad Israele e a coloro che ne vogliono la distruzione?, ecco il punto di domanda. E’ chiaro che se la sinistra assume una posizione dal sapore altamente equivoco, rispetto ad un governo Berlusconi schierato a fianco dello Stato ebraico senza esitazioni e dubbi, un’evoluzione politica si impone, indipendentemente dai Dico. E se nell’azione comune del nuovo governo ci sono atti o dichiarazioni che mettono in dubbio i legami saldi che sono sempre esistiti fra l’Italia ed Israele, è inevitabile che il portavoce della comunità ebraica si senta in dovere di intervenire “in sostegno di quel tal sottosegretario, o in attacco di quel tal ministro”. Certo, le Comunità ebraiche “non hanno il compito di selezionare i nemici, ma di testimoniare valori”, spiega Lerner. La difesa dello Stato ebraico a noi sembra ancora il valore più grande.
Il valore più grande
Siamo perfettamente d’accordo con Gad Lerner nel ritenere che la lettura biblica “invita alla cautela in materia familiare”, ma senza bisogno della Sacra Bibbia, saremmo stati cauti nel giudicare di un eventuale riposizionamento della comunità ebraica italiana, al punto di scrivere, come un dato di fatto, un editoriale dal titolo “perché gli ebrei virano a destra”. Sarebbe come chiedergli perché mai lui, Lerner è andato a sinistra? Anche perché se il rabbino di Roma di Segni esprime la sua contrarietà ai matrimoni omosessuali, esprime una posizione religiosa rispettabile, che non dovrebbe pregiudicare necessariamente una scelta politica. Chiedersi all’interno della comunità se essere favorevoli o meno ai Dico, come fa il mensile Shalom, ad esempio a noi pare una posizione interlocutoria, rispetto a chi nella maggioranza e nel governo è tanto contrario ai Dico, che non sono certo i matrimoni fra omosessuali, al punto di partecipare al Family Day promosso su iniziativa vaticana.
Forse che Rutelli, Mastella, il ministro Fioroni, hanno virato a destra? Secondo i parametri di Lerner, si, eppure il governo sta ancora in piedi, anzi Rutelli e Fioroni vogliono un partito unitario con la Finocchiaro e Fassino che ai Dico sono favorevoli. Per cui non sarà la posizione di Di Segni, o i dubbi di Shalom a compromettere il tradizionale rispetto per la laicità dello Stato da parte degli ebrei italiani, ed ogni sospetto in questo senso ci pare sgradevole e fuori luogo. E probabile invece che ci sia un altro problema, non relativo alle coppie di fatto che turba la comunità ebraica, anche se non al punto di farle superare, come pure sostiene con una certa disinvoltura Lerner, la storica pregiudiziale antifascista. E cioè la difficoltà di sostenere o di andare a sinistra e la ragione di questo è chiara dalla reazione alla visita di Bertinotti in Israele, dove la comunità ebraica ha contestato la linea di “equivicinanza” della politica estera italiana. Come può infatti il governo italiano sentirsi equamente vicino ad Israele e a coloro che ne vogliono la distruzione?, ecco il punto di domanda. E’ chiaro che se la sinistra assume una posizione dal sapore altamente equivoco, rispetto ad un governo Berlusconi schierato a fianco dello Stato ebraico senza esitazioni e dubbi, un’evoluzione politica si impone, indipendentemente dai Dico. E se nell’azione comune del nuovo governo ci sono atti o dichiarazioni che mettono in dubbio i legami saldi che sono sempre esistiti fra l’Italia ed Israele, è inevitabile che il portavoce della comunità ebraica si senta in dovere di intervenire “in sostegno di quel tal sottosegretario, o in attacco di quel tal ministro”. Certo, le Comunità ebraiche “non hanno il compito di selezionare i nemici, ma di testimoniare valori”, spiega Lerner. La difesa dello Stato ebraico a noi sembra ancora il valore più grande.
http://www.politicaonline.net/
Grillini incassa l´astensione sul Family Day: «Le tre religioni monoteiste non marceranno unite contro i Pacs come accadde in Francia. È comunque un passo avanti. Sono molto soddisfatto». Dalla comunità anche l´annuncio che ebrei non aderiranno nemmeno alla contro-manifestazione promossa dai Radicali. Dunque, una posizione mediana: per il 12 maggio, la più antica comunità ebraica al mondo dalla diaspora sceglie di non schierarsi né con i sostenitori della famiglia a piazza San Giovanni, né con il "Coraggio laico", nome della manifestazione di chi celebrerà i 33 anni dalla vittoria nel referendum sul divorzio a piazza Navona.
http://www.gaynews.it/view.php?ID=73682
Nessun commento:
Posta un commento