Pedofilia! Perchè?
L'esigenza di Confini
Lucio Bonafiglia
2003, Pagine: 135
ISBN : 88-87958-04-1
Prezzo: € 18,00
Editore: Carlo Amore
Lo studio delle parafilie, più comunemente conosciute come “perversioni sessuali”, ha conosciuto due momenti, a mio avviso, di particolare importanza socio-culturale e scientifica. Il primo periodo, a carattere prevalentemente sociale e trasformativo, è collocabile intorno agli anni ‘70 del secolo scorso. In quegli anni il movimento studentesco, i movimenti femminili e femministi, insieme all’antipsichiatria e agli intellettuali in genere, hanno fortemente rivalutato la sessualità come forza potente, creativa e, in sé, capace di mettere in discussione non solo il privato ma anche la sfera pubblica. In quel contesto storico la “normalità sessuale” è stata oggetto di revisione di critica e ha portato alla cancellazione dell’omosessualità dai manuali diagnostici dei disturbi mentali, tanto per citare una conquista concreta tra le tante che hanno cambiato la nostra vita!
Insieme alle pari opportunità e al desiderio di una sessualità libera e svincolata dai lacci di una visione ipocrita e perbenista, un argomento di vasto dibattito sono state proprio le perversioni: si pensava e si sperava di poter trovare nel grande contenitore della “trasgressione” elementi ludici e interessanti che potessero amplificare individualmente e socialmente l’evoluzione sessuale e l’autorealizzazione. Ben presto fu chiaro che le cose non erano poi così semplici e che nella maggior parte dei casi ci si muoveva in un terreno minato. Dal feticismo al sadomasochismo, tanto per citare due parafilie diffuse, ci appariva chiaro che in prevalenza si trattava di persone costrette a rituali rigidi e poco compresi che si sentivano in qualche misura obbligate a dei comportamenti stereotipati per accedere al proprio erotismo e alla propria sessualità piuttosto che di persone particolarmente creative in cui l’aspetto ludico e possibilista orientasse in maniera sperimentale la relazione sessuale estendendone così il significato e l’esperienza stessa. Da questo vicolo cieco a oggi, periodo in cui stiamo vivendo nuovamente e in modo diverso un’attenzione alle parafilie, molte cose sono cambiate.
Nel 1996 è finalmente stata approvata la legge che vede l’abuso sessuale non più come reato contro la morale e il buon costume ma come delitto che lede la libertà personale e sessuale di un individuo. Un tale ritardo della giurisprudenza la dice lunga sul clima culturale in cui abbiamo vissuto! Parallelamente si è assistito ad una valorizzazione -ancora tutta da perfezionare- dell’infanzia. Il bambino, soggetto debole per eccellenza, ha acquisito una sua tutela sociale che, almeno sulla carta, viene ritenuta fondamentale.
E’ comunque storia recente, anche nei paesi cosiddetti evoluti, l’attenzione ai diritti dei minori e lo scandalo e lo sdegno che oggi ci animano di fronte ai maltrattamenti e all’incuria dei piccoli in realtà registrano un grave ritardo storico. La questione vale per tutti i soggetti deboli tra cui: donne, anziani, disabili e minori. La qualità della vita di una persona riflette sempre i limiti della convivenza sociale e dei suoi preconcetti e disvalori talvolta occultati da un’enfasi opposta. Lodi angelicate a donne e a bambini, compatimento e fittizia solidarietà per vecchi e disabili abbelliscono i discorsi pubblici a fronte di una reale incapacità di rispetto e comprensione dei fenomeni che costruiscono e mantengono in vita pregiudizi e sospettosità verso chi si trovi ad avere un minor peso o potere contrattuale e decisionale. Il cambiamento degli atteggiamenti profondi che ognuno vive e manifesta verso queste tematiche è senz’altro lento e spesso contradditorio ma una cosa precisa possiamo dirla: il dibattito sui diritti dell’infanzia è iniziato.
Quest’ultimo periodo si segnala all’attenzione scientifica e socio-culturale anche per gli sforzi notevoli che vengono fatti per prevenire il disagio collettivo rispetto a tematiche come l’abuso sessuale infantile. Insegnanti e genitori sono particolarmente preoccupati per la consapevolezza delle dimensioni del fenomeno e per le nuove modalità in cui questo può manifestarsi, facendo ad esempio riferimento a Internet.
Sappiamo, però, che esiste una discreta confusione tra i vari termini e le varie possibilità di abuso a cui Lucio Bonafiglia, in questo interessante volume pone rimedio. Sarà quindi utile per i diversi operatori socio-sanitari, per i genitori e per gli insegnanti un approfondimento tematico non solo sull’inquadramento del fenomeno ma anche sui possibili interventi. E’ probabilmente arrivato il momento giusto per affrontare con decisione e serietà scientifica una realtà di sofferenza che lascia tracce indelebili. Senza falsi moralismi né desideri punitivi fini a se stessi sarà importante affrontare anche la tematica riabilitativa del pedofilo di cui ben conosciamo le ricadute. Come ben conosciamo la realtà familiare come realtà a rischio di abuso sessuale: il maggior numero di crimini infatti avviene per mezzo di adulti in vincolo di parentela.
Ma tutto questo e altro ancora lo trovate nel testo che segue per cui non mi resta che augurarvi una buona lettura!
Prof.ssa Chiara Simonelli
Università di Roma “La Sapienza”
Sessuologa
http://www.psychostore.net
Bollati Boringhieri editore
Centro Milanese di Psicoanalisi "Cesare Musatti"
Libreria Tikkun
Presentazione del volume
"Pedofilia pedofilie. La psicoanalisi e il mondo del pedofilo"
di Cosimo Schinaia.
http://www.aquiloneblu.org
Ne discutono con l'autore
Francesco Barale - psicoanalista e docente universitario
Franco De Masi - psicoanalista
Ambrogio Moccia - magistrato
Introduce
Laura Ambrosiano - psicoanalista
Martedi' 1 giugno 2001, ore 21
Libreria Tikkun - Milano.
Nella societa' contemporanea, mentre molti reati sono ormai sfumati nella disapprovazione sociale, la pedofilia resta tuttora un genere di reato sul quale c'e' univocita' di giudizio, tant'e' che gli stessi operatori (psicoanalisti) hanno, di norma, dei problemi a trattare con i pazienti pedofili
Il libro si prefigge come scopo quello di fare uscire questa patologia da quella visione sociale superficiale e polarizzata che da una parte demonizza e dall'altra assume un atteggiamento pietistico nei confronti del pedofilo.
Per far cio', l'autore assume che esistono diverse patologie pedofile che, ai fini di una corretta indagine, occorre differenziare.
La psicoanalisi ha, ancora oggi, una casistica limitata in quanto nel mondo della pedofilia per ogni caso che giunge per cosi' dire "alla luce del sole", nel quale l'indagine psicoanalitica viene disposta dall'autorita' giudiziaria, esiste un nutrito sottobosco di casi che rimangono nell'oscurita'.
E del resto il pedofilo, che non si sente colpevole del proprio comportamento ma teme unicamente la riprovazione sociale, non cerca spontaneamente un aiuto o un supporto terapeutico, sicche' la terapia resta estremamente difficile perche' il paziente quand'anche accetti di sottoporsi al trattamento, tende ad innescare un meccanismo di adattamento psicologico che lo differenzia dai soggetti affetti da altre patologie. Egli pone in essere una sorta di "resistenza" alla terapia che lo induce ad autogiustificarsi e non entra mai in conflitto con la propria personalita' pedofila.
Dalla casistica psicoanalitica emerge una caratteristica costante a tutti i pedofili: un episodio traumatico subito nell'infanzia.
Dalla casistica psicoanalitica emerge una caratteristica costante a tutti i pedofili: un episodio traumatico subito nell'infanzia.
Cio' esclude di fatto la possibilita', per gli operatori, di trovare degli schemi esplicativi generali.
E' piu' facile invece individuare delle caratteristiche che si ripetono, e cosi' si distingue il pedofilo che ha una vita sessuale anche con adulti da quello che ha esclusivamente una vita sessuale con bambini.
Si distingue il soggetto che ha compiuto un atto di pedofilia occasionale, dal soggetto pedofilo che ha tendenza a ripetere l'atto, perche' frutto di una struttura della personalita'.
La societa' odierna presenta variegate forme di pedofilia come fenomeno sociale: nel passato vi era un incisivo atteggiamento di protezione sociale nei confronti dell'adolescente, oggi vi sono 12enni che si prostituiscono sulle strade, vi sono pubblicita' che mostrano adolescenti ammiccanti, esiste il turismo sessuale
Ne consegue che mentre la pedofilia "tradizionale" non ha una incidenza significativa maggiore rispetto al passato, nella societa' contemporanea si sono sviluppate nuove e diverse forme di pedofilia.
Non bisogna trascurare, a tal proposito, fenomeni complessi con partecipazioni di gruppo nelle quali la condivisione serve a ridurre il senso di colpa.
In linea generale si puo' parlare di 3 strutture pedofile:
- Pedofilia sintomatica, una forma in cui emergono solo un o piu' sintomi occasionali della patologia che non necessariamente si ripropongono nel tempo.
- Pedofilia - perversione, nella quale scatta una idealizzazione, un innamoramento da parte del pedofilo nei confronti dell'adolescente.
- Pedofilia - perversita', la forma più grave di patologia, che e' caratterizzata da forme di sadismo e violenza e che puo' giungere fino all'omicidio
La pedofilia e' una struttura della personalita' nella quale c'e' una componente delirante che il paziente ha costruito fin dall'adolescenza.
Poiche' si tratta di uno stato mentale, e' illusorio pensare a proposte di "rimedi" quali la castrazione chimica, che agisce sulla libido ma non sugli impulsi: l'approccio curativo deve partire imprescindibilmente dall'analisi psicologica del paziente.
Claudia Marsico, avvocato
Candida De Bernardinis, avvocato
Mai devi dire L’abuso sessuale e le verità inascoltate nell’infanzia
A cura di
Maria Chinigò
SUGGERIMENTI BIBLIOGRAFICI
http://www.unicef.it/flex/files/D.4aae16b4362ed1feeab7/biblio_2_maggio.pdf
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