Arte e Mente Livestream Channel

\

owllogo

The Daily Owl
Italian Journal of Psychology and Internet
Psicologia Online

WebPsych Partnership Member

ARCHIVIO

nelle pagine dell'archivio si ritrova la storia di
Italian Journal of Psychology and Internet - Psicologia Online
ma anche la storia della psicologia italiana e mondiale in rete
dal 1996 al 2000
(i link alle pagine web o alle immagini possono risultare datati e dunque errati)

martedì 22 maggio 2007

Il video della BBC sui preti pedofili. Fassino: prudenza sul video

I DL sempre più DC: equilibrio, prudenza, DICO? NO, NON DICO... (E LA VICENDA DI RIGNANO E' SCOMPARSA DALLE CRONACHE...)

Il caso Santoro
Fassino: preti pedofili. Prudenza sul video
«Il filmato Bbc su Annozero? Bisogna avere equilibrio» Oggi la Rai decide se trasmetterlo. Forza Italia non dice no

http://www.corriere.it

ROMA — Il dialogo tra Piero Fassino e il mondo cattolico continua. L'ultimo messaggio del segretario Ds ha come sfondo la polemica sul caso Santoro, ovvero sul possibile acquisto del video «Sex crimes and Vatican» da parte di «Annozero», un duro filmato sui preti pedofili che sarebbero stati protetti dal Vaticano e dall'allora cardinale Joseph Ratzinger. Avverte Fassino: «L'argomento è tale che richiede da parte di tutti equilibrio e prudenza».

Nessun suggerimento al vertice Rai: «Si tratta di una decisione che compete all'azienda. Quando si affronta una materia così delicata servono molta attenzione e prudenza perché l'impatto di qualsiasi immagine, notizia o commento su temi così sensibili richiede equilibrio e prudenza». L'analisi è chiara: accostare il nome di Benedetto XVI alla pedofilia senza «equilibrio e prudenza» è un rischio. Non per niente, il giorno dopo il conclave del 2005, Fassino rilasciò un'intervista al «Corriere della Sera» in cui disse di Ratzinger: «Un uomo che certamente mi interessa. Ciò che dice e scrive, anche quando non condivisibile, è di straordinaria intensità etica e culturale. E coglie un punto che tutti oggi avvertono: il mondo non può vivere senza una scala di principi e valori etici». La dichiarazione di ieri arriva dopo la svolta di Fassino sui Dico («il problema può essere risolto anche agendo sul codice civile») che ha scatenato le rimostranze di verdi, Sinistra democratica, Rifondazione e comunisti italiani ma ha avuto il plauso di «Avvenire ». E dopo l'«attenzione» con cui il segretario Ds ha seguito il Family day.

Oggi c'è Mario Landolfi, presidente An della Vigilanza, a dar ragione al segretario Ds: «Giusto, sul filmato ci vuole prudenza». Ma il filmato verrà trasmesso o no? Lo deciderà oggi il Consiglio di amministrazione della Rai. Intanto Enrico Mentana da casa Mediaset avverte: «Se la Rai non lo vuole, il documentario della Bbc lo compriamo noi per "Matrix"». Oggi il caso verrà prima esposto dal direttore generale Claudio Cappon e poi discusso. Le posizioni sono note. Sandro Curzi (area Rifondazione- Verdi) è a favore della sua messa in onda perché «Santoro deve decidere in piena autonomia», al contrario Marco Staderini (area Udc) ha già annunciato che si batterà in ogni modo per impedirlo. Però ieri si registrava da parte di Forza Italia quasi l'ammissione che la puntata si farà. Dichiarazione di Elisabetta Gardini, portavoce del partito: «Se crede Santoro vada pure in onda, vada avanti, si svergognerà da sé, giudicheranno i cittadini italiani, la Vigilanza e il Cda Rai». Il consigliere Giuliano Urbani, stessa area di riferimento, ammette l'impossibilità pratica di non procedere con l'acquisto «per il contratto- quadro tra Bbc e Rai cui attingono abbondantemente anche Giovanni Minoli e Piero Angela. In Consiglio parlerà Cappon e annuncerà le decisioni». Perché l'ultimo responsabile editoriale dell'azienda resta sempre e comunque il direttore generale.
Paolo Conti
22 maggio 2007


22 Maggio 2007

Bagnasco: la discesa in campo

Ieri ho reagito un po sulla scia dell'incazzatura che poi - per fortuna è scemata.
Ripensando ancora una volta a quanto scritto da Fassino, leggendo opinioni in giro per il web, leggendo quanto riportato oggi dalla stampa online però non ci si può esimere dal tornar sull'argomento e confrontare la posizione di Fassino con la posizione di Mons. Bagnasco e la CEI riportata su tutti i maggiori quotidiani.

Cosa ha detto - in breve - Bagnasco:

  • consolante per noi vescovi vedere quella piazza [Nota: FM: Piazza S. Giovanni in occasione del Family Day] piena di famiglie e di bambini
    ...è scaturito dalla Nota dei vescovi a riguardo della famiglia fondata sul matrimonio e di iniziative legislative in materia di unioni di fatto
  • l'intolleranza prevaricatrice che ha indotto il Parlamento europeo ad avanzare fino ad oggi ben 30 richiami censorii nei confronti della Chiesa Cattolica
  • il rischio di una contrapposizione strumentale tra laici e cattolici
  • [Nota di FM:: contro la chiesa] si levano a volte accuse di omofobia.
per riassumere, Bagnasco afferma che la chiesa non è omofoba e che non vuole fare politica.

Balle!
Non era forse la CEI a parlare di "Non Possumus" e di impossibilità per i politici cattolici d votare leggi contrarie alla volontà della chiesa?
Non era forse la CEI a dire che bastavano alcune modifiche al codice civile invece che una legge per l'istituzione di un nuovo istituto per le coppie di fatto?
Non era forse Bagnasco quello ceh associava gli omosessuali ai pedofili?
E allora, Fassino da che parte stà?
Fassino sa bene che senza la creazione di un nuovo istituto - non quello schifo dei DiCo - non saremo mai portatori di diritti oltre che non avremo mai pari dignità ma preferisce non prendere posizione e sacrificare quelle che stimano essere 500.000 coppie piuttosto che far incazzare la CEI con una presa di posizione laica che ribatta punto su punto le balle di Bagnasco. Forse è il caso che si vada a rileggere quanto scritto da Politi su Repubblica ieri prima che si svegli e si accorga di vivere in un mondo di illusione a cui non crede nemmeno lui.

LA LETTERA
I diritti prima di tutto, anche cambiando il codice
di PIERO FASSINO

http://www.repubblica.it

CARO direttore, riconoscere diritti e tutele a chi ha scelto di vivere la propria affettività e sessualità nella forma della coppia di fatto corrisponde a principi di civiltà, di giustizia, di rispetto delle persone. Anche perché la stragrande maggioranza di coloro che convivono, ha fatto e fa questa scelta del tutto liberamente e consapevolmente, con una intensità affettiva e voglia di amore non inferiore a chi sceglie di sposarsi.

Assistere in ospedale la persona con cui si convive da anni; poterla visitare in carcere; subentrare nella titolarità di un affitto quando la convivenza si interrompe o il convivente muore; usufruire di forme parziali di reversibilità previdenziale e di ereditarietà; tenere conto dell'esistenza di un vincolo di convivenza per la regolarizzazione di un convivente extracomunitario: sono tutele e prerogative che una società moderna e civile deve saper riconoscere e a questo obiettivo si è ispirata la scelta del governo di presentare in Parlamento il disegno di legge Dico.

Continuo a pensare che quel disegno di legge sia equilibrato e rispettoso dei caratteri precipui della famiglia fondata sul matrimonio così come definiti dall'articolo 29 della Costituzione.

Tuttavia gli esigui e incerti equilibri parlamentari rischiano di non consentire l'approvazione di quella legge. E, dunque, chi si batte per i diritti delle persone conviventi è di fronte ad una scelta: semplicemente riconfermare la soluzione Dico, scontando tuttavia che non venga approvata e rinviando sine die la soluzione del problema. Oppure ricercare con quali altri strumenti realizzare gli stessi diritti. A questa seconda possibilità mi sono ispirato nel dichiarare una disponibilità a esaminare anche strumenti diversi dai Dico, pur di realizzare una soluzione che riconosca i diritti delle persone conviventi.

Una disponibilità sia a esaminare altri progetti di legge depositati al Senato - tra cui quello del senatore Biondi che potrebbe facilitare una convergenza tra centrosinistra e almeno una parte del centrodestra - sia a verificare la praticabilità di riconoscere i diritti dei conviventi attraverso norme di diritto comune, cioè in articoli del codice civile, come viene proposto dalle associazioni cattoliche promotrici del Family Day.

Insomma, prima di tutto i diritti. La disponibilità, infatti, a discutere soluzioni diverse dai Dico muove da punti in ogni caso per me irrinunciabili: quale che sia lo strumento adottato, i diritti riconosciuti devono essere gli stessi previsti nel disegno di legge Dico; devono essere uguali sia per chi convive in coppie eterosessuali che omosessuali; e devono essere fondati su un atto che abbia valore legale per consentire a quei diritti di essere certi, esigibili e, in caso di contenzioso, opponibili a terzi.

Non mi nascondo naturalmente la difficoltà di una tale strada. E vorrei che anche i nostri interlocutori avessero consapevolezza di tale difficoltà non sottovalutando, ad esempio, che anche la modifica del codice civile implica un percorso complesso. Tuttavia se questa può essere la soluzione, perché non esperirla? Se non ci si vuole limitare semplicemente a proporre soluzioni che poi non vedono la luce e invece si vogliono davvero ottenere diritti certi e praticabili, la disponibilità al confronto e alla ricerca di soluzioni è ineludibile e necessaria.

E non vedo proprio per quale ragione battersi perché i diritti delle persone siano non solo affermati in via di principio, ma riconosciuti e resi concreti, rappresenterebbe una messa in discussione della laicità.

P. S. Quando alla metà degli anni '70 il terrorismo cominciò ad attuare la sua strategia di morte, non esitai a dire - mentre altri sostenevano che erano "neri mascherati" - che invece il terrorismo rosso c'era davvero e che la sinistra doveva riconoscerlo e combatterlo senza reticenze ed esitazioni.

Quando all'inizio degli anni '90 nei Balcani la follia della pulizia etnica portò alla negazione di ogni forma di dignità delle persone e a sofferenze inenarrabili - mentre altri si rifiutavano di accettare qualsiasi intervento - dissi che non si poteva rimanere inerti e si doveva ricorrere anche all'uso della forza perché la pace non basta invocarla, bisogna perseguirla.

Da almeno dieci anni vado dicendo che la sicurezza del cittadino non è un tema di destra, come troppi a sinistra continuano a credere, ma un'aspirazione del tutto normale di ogni persona che la sinistra ha il dovere di riconoscere e di garantire. Di fronte a quelle mie parole ogni volta c'è stato qualcuno a sinistra che ha gridato allo scandalo e al tradimento, salvo poi dover riconoscere in ritardo che quelle affermazioni erano fondate e giuste. Vorrei evitare che anche sui diritti delle coppie di fatto si ripetesse l'ennesimo rito dello scandalo indignato a cui, anni dopo, far seguire una ragionevolezza tardiva.

(20 maggio 2007)

Nessun commento:

Posta un commento