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dal 1996 al 2000
(i link alle pagine web o alle immagini possono risultare datati e dunque errati)

mercoledì 2 maggio 2007

Evoluzione, entropia, legge di Murphy... e Hannah Arendt (2)

Inizio dal fondo del Capitolo 4 di

Hanna Arent

"Antologia - Pensiero, azione e critica nell'epoca dei totalitarismi", Feltrinelli, 2006

Colpa organizzata e responsabilità universale

...

Il sentimento di vergogna di fronte al fatto stesso di essere uomini non è altro che l'espressione puramente individuale e non ancora politica di questa intuizione.

In termini politici l'idea di umanità, che non esclude nessuno e che non attribuisce a nessuno il monopolio della colpa, è la sola garanzia che le "razze superiori"
[nell'orwelliano terzo millennio diciamo "civiltà superiori"] di ogni tempo possano non sentirsi obbligate a seguire la "legge naturale" del diritto del più forte e rinuncino perciò a sterminare "le razze inferiori [nell'orwelliano terzo millennio diciamo "civiltà inferiori"] non degne di sopravvivere"; così che alla fine di un'"epoca imperialistica" non ci si debba ritrovare a uno stadio che faccia apparire i nazisti come dei rozzi precursori dei metodi politici futuri.

Seguire una politica non imperialistica e conservare una fede non razzista diventa ogni giorno più difficile perchè diventa ogni giorno più chiaro che grande fardello sia per l'uomo il genere umano.

Forse quegli ebrei, ai cui avi dobbiamo la prima concezione dell'idea di umanità, sapevano qualcosa di questo fardello quando ogni anno erano soliti dire: "Nostro Padre e Re, abbiamo peccato davanti a te", facendosi carico non solo dei peccati della loro comunità, ma delle colpe di tutti gli uomini.

Tutti coloro che sono disposti a seguire questa via in una sua variante moderna non si accontentano della confessione ipocrita: "Grazie a Dio non sono così", di chi reagisce con orrore di fronte alle potenzialità inimmaginabili del carattere nazionale tedesco.

Piuttosto, con terrore e sgomento, essi hanno infine compreso di che cos'è capace l'uomo, e questa è invero la precondizione di ogni pensiero politico moderno.

Costoro non serviranno granchè come strumenti di vendetta; ma questo è certo: su di loro, e solo su di loro, pervasi come sono di un genuino timore di fronte all'ineludibilità della colpa umana, si potrà fare affidamento quando si tratterà di combattere, in ogni luogo e senza timori e compromessi, contro il male incommensurabile che gli uomini sono capaci di compiere.

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