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domenica 30 marzo 2008

La questione tibetana non è spirituale ma politica ?

La questione tibetana non è spirituale ma politica ?

( http://buddhismoitalia.forumcommunity.net )


A me sembra che il problema stia proprio qui. E non si scioglie il nodo tagliandolo.

Il Dalai Lama è nello stesso tempo

1. un uomo tibetano, nato nel 1935 in Tibet e che “Nel 1954 fu a Pechino per negoziati con i capi cinesi Mao Zedong, Zhou Enlai e Deng Xiaoping, che si conclusero senza successo.” ( http://it.wikipedia.org/wiki/Tenzin_Gyatso ), dunque in esilio dall’età di 24 anni (ora ne ha 73)

2. alla stessa età “Superò l’esame con onore e gli venne conferito il diploma Lharampa, il titolo di studio più alto.”

“I buddhisti tibetani si riferiscono a lui come Yeshe Norbu (”la gemma che realizza i desideri”) o semplicemente Kundun (”la Presenza”). ”

Nel 1989 Tenzin Gyatso ricevette il premio Nobel per la pace. Il 14 maggio 1995 il Dalai Lama proclamò Gedhun Nyima undicesima reincarnazione del Panchen Lama, ma la Cina rapì il bambino e nominò come reincarnazione un altro bambino Gyancain Norbu. Gedhun Choekyi Nyima (oggi sedicenne) è tuttora prigioniero della Cina.

3. E’ il rappresentante del Popolo Tibetano, “l 17 novembre 1950 Tenzin Gyatso venne incoronato come guida temporanea del Tibet” ecc.

Dunque:

se il problema è quello di un suo ritiro (dimissioni) da leader politico, le conseguenze per l’intera area, India, Cina, Pakistan ecc. sarebbero a dir poco imprevedibili, considerato che sono in gioco ragioni politiche-territoriali (l’indipendenza o meno del Tibet) e politico-religiose (il futuro del Buddhismo nell’intera Cina)

se il problema è quello di boicottare o meno le Olimpiadi, io penso che quando il Dalai Lama, o gli stessi Studenti Tibetani chiedono il boicottaggio, o che la fiaccola olimpica non passi attraverso il territorio tibetano, pongono una questione paradossale, che come tale va capita, perchè è proprio la risonanza mediatica offerta dall’insieme degli eventi olimpici e la loro durata che puo’ garantire risonanza alla causa tibetana, e anche la presenza di non cinesi in Cina e in Tibet, stampa, mezzi di informazione, nuovi media ecc.

se il problema è quello spirituale, si deve capire che colpendo il Tibet, e in particolare il Dalai Lama, si colpisce al cuore l’intero movimento non violento per la pace mondiale, in tutte le sue forme ed espressioni, religiose o meno

se il problema è quello come si dice oggi etnico, anche questo va capito: decine o centinaia di migliaia di cinesi che vanno a vivere e lavorare i Tibet pongono un problema per la sopravvivenza della cultura tibetana, del modo di vivere, e anche della spiritualità di tutti i Tibetani

In Italia ne abbiamo qualche esperienza, in Alto Adige / Sud Tirol, da quando il fascismo cercò, come fa ora la Cina, di colonizzarlo inviandovi a vivere migliaia di famiglie italiane. Chi conosce un po’ la storia di quella regione, sa che la richiesta di ritorno all’Austria era solo un pretesto, perchè quel popolo ha tradizioni di radicata autonomia (il protestantesimo nelle sue forme più radicali nacque proprio qui). Consiglio in proposito la lettura di qualcuno dei bellissimi libri di Rigoni Stern ( http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Rigoni_Stern )

Passo e chiudo :)

Buona domenica a tutti!

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