nelle pagine dell'archivio si ritrova la storia di Italian Journal of Psychology and Internet - Psicologia Online
ma anche la storia della psicologia italiana e mondiale in rete
dal 1996 al 2000
(i link alle pagine web o alle immagini possono risultare datati e dunque errati)
Chiaro di luna scendi in fondo al mare e arriva dove il vento non può arrivare e trova le parole per calmare quest’acqua che si mescola col mare quest’onda sulla riva della ciglia
Che un po’ t’incanta e un po’ ti meraviglia Che un po’ t’incanta e un po’ ti meraviglia
Fiore di scienza e libero pensiero Ancora senza nave e vela senza veliero bottiglia mezza vuota e mezza piena e pesci e luci e canto di balena Chiaro di luna segnami il futuro e mescola l’idrogeno e il carburo e mescola l’idrogeno e il carburo e passo dopo passo piano piano
Illumina i miei passi con i tuoi che ogni passo avanti è un passo in meno e meno ossigeno nei serbatoi illumina le torri medievali
E i falchi e il tempo e i sogni e gli ideali e le città sconfitte in fondo al fumo e il sangue e l’innocenza di nessuno il sangue e l’innocenza di nessuno
Bedřich Smetana (Litomyšl, 2 marzo 1824 – Praga, 12 maggio 1884) è stato un compositore boemo.
È conosciuto in particolare per il suo poema sinfonico Vltava (La Moldava in italiano), il secondo in un ciclo di sei che egli intitolò Má vlast (“La mia patria”) (1874-1879), e per la sua opera La sposa venduta (1866), particolarmente ricca di motivi cechi…
L’insorgere di una sordità, che con il passare del tempo divenne sempre più grave, forzò le sue dimissioni e il trasloco nel villaggio di Jabkenice nel 1874-1875: nonostante i problemi di salute, Smetana continuò la sua attività di compositore fino a quando la morte sopravvenne, causata da una grave malattia mentale conseguente agli effetti neurologici progressivi degli acufeni di cui soffriva. È sepolto a Praga nel cimitero di Vyšehrad.
Smetana pose le basi di un linguaggio musicale di carattere nazionale che, nonostante i continui richiami a modelli stranieri – in particolare Hector Berlioz e Franz Liszt – valorizzò il patrimonio culturale etnico della Boemia (miti, danze, canzoni), assegnando alla sua nazione un ruolo di primo piano nella musica europea del secondo XIX secolo. Ebbe grande influenza su Antonín Dvořák, il quale pure usò temi cechi nelle sue opere, e su molti compositori posteriori cechi e non (come Arnold Schönberg).
La Primavera di Praga, festival di musica classica, si apre ogni anno il 12 maggio, data della sua morte, con un’esecuzione della Moldava.
Ora c’è pure una selezione di LOST, sperando che Papper Papp venga a bottega, ad Art&Mente o dove preferisce lei, a dircene qualcosa di più. La playlist è tratta da suoi link sul suo profilo. E intanto, grazie Papper!
“e’ come se fosse un giorno senza tempo, sospeso nel tempo e nello spazio” (Paola Pandolfini)
Eppure, fuori dal tempo e dallo spazio, l’ordine che poi si ritrova rientrandoci è del tutto casuale e imprevedibile.
“Yui Butsu yo Butsu. Solo I Buddha hanno realizzato Nai no ku jin. Sho ho jis-so. la Verità Suprema, la realtà di tutti i fenomeni Sho i sho ho in relazione a…”
Yui Butsu yo Butsu. Solo I Buddha hanno realizzato
Nai no ku jin. Sho ho jis-so. la Verità Suprema, la realtà di tutti i fenomeni
Sho i sho ho in relazione a
Nyo ze so. La loro apparizione come tali,
Nyo ze sho. Le loro nature come tali,
Nyo ze tai. Le loro entit à come tali,
Nyo ze riki. I loro poteri come tali,
Nyo ze sa. Le loro attività come tali,
Nyo ze in. Le loro cause primarie come tali,
Nyo ze en. Le loro cause esterne come tali,
Nyo ze ka. I loro effetti come tali,
Nyo ze ho. Le loro retribuzioni come tali, e
Nyo ze hon matsu ku kyo to. La loro identità come tali nonostante le loro differenze
Esiste UN ordine, fuori dallo Spazio e dal Tempo? E se NON esiste, come puo’ esserci UN destino?
Oppure, sono possibili INFINITI ordini, spazio-temporali, e dunque INFINITE possibili STORIE (non “destiini”) ?
Perchè in ‘questa’ isola-vita in questo modo la nostra mente ci RACCONTA la ‘realtà’, mescolando scienza e fede, mettendole in muovimento, come una ruota, un dharma, un tao.
Space Art è una mostra d’arte itinerante che presenterà quattro oppure otto artisti per 15 giorni nelle Sim che la ospiteranno. Gli artisti hanno a disposizione una cupola per ciascuno di quelle mostrate nella foto e la esposizione / stazione spaziale è raggiungibile con un teleport pubblicizzato a terra. La mostra ospiterà per 2 settimane le opere di fotografia, primpaintings, e scultura prodotte in SL.
Un po’ di storia Sono entrato per la prima volta in Second Life nell’Aprile del 2007 e da subito mi sono reso conto che una delle poche cose che potevano avere un senso compiuto e duraturo, per quanto questo termine assuma qui un aspetto traballante, era l’Arte. La scrivo con la A maiuscola per rispetto a tutti i veri artisti che ne fanno parte. Come conseguenza di questa constatazione ho affrontato uno dei primi problemi che allora si ponevano agli artisti che tentavano i loro primi timidi passi nel metaverso: far conoscere le loro opere con delle esposizioni. A quell’epoca le gallerie d’arte italiane in SL erano poche e semisconosciute e avevo individuato non pochi elementi talentuosi che avrebbero potuto degnamente esporre le loro creazioni in una galleria. Nacque così la prima Piramide, un edificio che ho immaginato come una vetrina ideale per queste sperimentazioni artistiche. Il 7 giugno del 2007 parte la prima esposizione della Piramide su un terreno affittato allo scopo. Il 28 dello stesso mese, dopo un veloce trasloco del palazzo sul terreno virtuale SecondLearning della INDIRE, si inaugura la seconda mostra della Piramide con nuove opere che nel frattempo gli artisti, sempre più entusiasti di quel che andavano facendo, avevano prodotto. Devo dire che alcuni li ho un po’ stressati per ottenere il meglio di quello che potevano dare. Stavo facendo quello che ora definirei slartizzazione, indurre all’arte digitale di SL avatar che si dimostravano creativi di buon gusto. Molti hanno risposto positivamente a queste mie sollecitazioni e, a prescindere dal fatto che probabilmente oggi sarebbero comunque dei bravi artisti anche senza il mio apporto, credo di aver dato loro quel po’ di entusiasmo e autostima che in quei momenti di pionierismo servivano per non scoraggiarsi. Successivamente ho allestito altri 2 palazzi per le esposizioni d’arte in SL, i Diadem 1 e 2 e ho collaborato a parecchie esposizioni presso altre gallerie di SL. Cammin facendo, nel corso del 2008, ho scoperto anche in me stesso una certa vena creativa e ho cominciato a produrre lavori che se siano arte o meno… lascio ad altri il definirlo.
Oggi
Eccomi qui ad aprire un social network. L’intento è sempre quello: far conoscere l’arte italiana in Second Life, cioè cosa si sta facendo, chi sono i personaggi, gli artisti, le opere e gli eventi che si possono trovare in questo variegato mondo policentrico. Mi auguro che coloro che si sentono in qualche modo legati a questo mondo si iscrivano e diano il loro apporto in autobiografie, foto, video, notizie, bloggate e quant’altro. Vorrei incoraggiare l’uso della lingua italiana in questo social network anche se ogni tanto sarà necessario l’uso di altre lingue per rispondere ad amici ed estimatori di tutto il mondo. Coraggio amici di Second Life, facciamoci conoscere.
ALOISIO CONGREJO Nasco in Second Life il 25 febbraio 2007. La mia passione per l’arte nasce con me in Sl, mentre in RL è nata molti anni fa. Come “fruitore dell’arte” ho amato e ammirato moltissimi artisti, conosciuti e meno conosiuti, ma chiunque riesca ad esprimere e trasmettere le proprie emozioni con qualsiasi strumento mi ha sempre affascinato. In Second Life, ho iniziato a esprimere i miei pensieri e le mie emozioni come un gioco, sperimentando cose per me nuove, ma con semplicità ed esclusivamente per puro divertimento personale. Non mi considero “un artista” e tantomeno l’inventore di chissà quale “innovazione creativa”, creo per il solo piacere di creare, e se quello che faccio viene apprezzato, mi sento lusingato, perchè per me l’arte dev’essere un linguaggio che avvicina chi la fa a chi ne fruisce, dev’essere una condivisione di emozioni.
Le mie creazioni sono una ricerca di movimento e colore, in alcune vengono utilizzati script di movimento o altro, in altri il senso di movimento viene dato dalle trasparenze che si integrano con la sovrapposizione di forme e colori. ____________________________________________________
I was born in Second Life on february 25 2007 My passion for art has been part of my virtual life from the start, and in RL began many years ago. As an artistic ‘consumer’ there have been many artists both great and lesser known that I have folled and admired, but what is most important to me is to see the work of anyone who can craft various media in such a way as to express their feelings. In Second life I began using art to express feelings and thoughts simply as a way of playing, trying out theings that were new to me, but with simplicity and entirely for my own enjoyment. i do not think of myself as an ‘artist’ and certainly don’t consider myself an ‘inventor’ of anything groundbreaking, I create art simply for the the pleasure of creating, and if what I make brings pleasure to others, I am flattered, because I see art as a language that allows the creator and the observer to communicate, in an exchange of emotions.
My creations are a search of movement and color, in some there are used scripts of motion or otherwise, and in others the sense of motion is given by the transparency that integrate with the overlap of shapes and colors.
Di chiara matrice espressionista la mia pittura astratta è un’ integrazione dell’inconscio al conscio, e restituita in un’ equilibrio di valori plastici di colore in una vigile constatazione psicologica di impulsi spirituali ed emotivi, tende a incorporare nel quadro l’ impronta, il disegno, il gesto dell’ uomo. Va oltre, verso la realta’ stessa.
Concettuale e performances
Perseguo un mio discorso evidentemente ideologico e politico, sottolineo i problemi del nostro tempo (provincialismo, mafia, populismo, anti-modernismo). Il disagio di una societa’ che cambia in maniera fin troppo velocemente, il modo di essere, di sentire, di comportarsi. Calco sulle mie e altrui debolezze, emergendo il tutto in una nuova ottica, che fa da filtro concettuale ed emozionale tra me e gli altri, cercando una comprensione diversa della realta, piu’ profonda, piu’ critica. DACO
IL MIO LAVORO IN SECOND LIFE DACO Monday
Un percorso artistico, un inno all’ utopia intesa come luce come stella polare atta nel tracciare la rotta per l’umanita. Partendo da temi esistenziali sul vivere il nostro tempo e le riflessioni che nascono nel passaggio culturale in cui l’ umanita tutta è chiamata oggi. L’arte serve semplicemente a rendere il “sapere” , la conoscenza dell’uomo…umana. Divulgando il piu possibile la cultura moderna globale intesa come una multi realta, un insieme di realta tutte diverse di individui, di universi che intrecciandosi tra loro creano appunto il dinamismo della cultura globale universale. Sempre esistita in verita solo nascosta dalla nebbia dell’evuluzione culturale umana.
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Painting
My abstract painting clearly originates from Expressionism. It is an integration of conscious and unconscious, and it gives back a balance of plastic colourful values meanwhile conveying psychological, emotional and spiritual impulses. I tend to incorporate imprints, drawings and gestures of humankind in my painting. Then, I go beyond, towards the interpretation of reality itself.
Conceptual and performance
I am engaged in an artistic communication which is undoubtedly ideological and political. I highlight problems of our age (Provincialism, Mafia, Populism and Anti-Modernism.) Furthermore, I give voice to the discomfort and anxiety of a society which changes too quickly the way of being, feeling and behaving. I bring to light personal and human weaknesses. Everything is melted, and emerges in a new light, which is a conceptual and emotional filter between me and the rest of the world. I am seeking a different, more critical and deeper understanding of reality. DACO
MY art IN Second LIFE DACO Monday
An artistic pathway, a hymn to utopia, a light, a North star which leads mankind. My art starts from existential issues and reflections that occur in the cultural change which affects mankind nowadays. My art is simply a tool which makes “human knowledge” more human. It simply disseminates modern global culture, it interprets it as a multi reality, a reality made up of different individuals, of interconnected universes that create the dynamism of global universal culture.
DACO
Daniele Costantin
Giovanna Cerise
Giovanna Cerise Biografia La mia “avventura per caso” inizia in SL nel dicembre del 2008 ed è strettamente legata al mio lavoro d’insegnante. La didattica nei mondi virtuali mi ha spinto a sperimentare nuove metodologie nel campo dell’insegnamento, con cui coinvolgere sempre più attivamente gli studenti. Contemporaneamente ho iniziato a scoprire questa diversa realtà, quasi con gli occhi di un fanciullo, e da un primo momento di smarrimento sono passata ala desiderio di fare “qualcosa”… E’ iniziata così una sfida coinvolgente aperta sempre a nuove possibiltà comunicative. Nella creazione delle mie opere mi piace usare e sperimentare sempre tecniche diverse, comporre e poi scomporre i prim, individuare e manipolare le texture per trovare lo stile adatto a quel particolare momento o concetto, consapevole del fatto che è unico e irripetibile. In questo modo posso lavorare liberamente, senza vincoli mettendo in risalto la poliedricità del mio essere.
____________________________________________________ Biography My “adventure by change” begins in SL in December of 2008 and it is at work tied up mine in RL, that of teacher. The didactics in the virtual word pens my mind to the experimantation of new methodologies of teaching, with which to actively involve the children. Contemporarily, I go to the discovery of this different reality, almost with eyes of child, and passing from loss and aftertoughts at amazement and fun, I begin to “to do” something and I see that i liked. Through the experimantation of forms, of colors and of textures I search to communicate the emotions of the moment, to express the facets of the tought and to represents events recalled by the memory or created by the immagination. It initiated so an exticing challenge, open always to new possibilities communicatives of expressions. Natsha Lemton
E’ una giovane artista francese nata sulla costa Bretone. Figlia di tempeste, pioggia e mare, ha ereditato la caratteristica selvaggia e sognante che caratterizza il suo paese. I suoi quadri pieni di forza e di energia sono fortemente influenzati da artisti come Andy Warhol, Tony Soulie, F. Dilasser, D. Umore e N. Nussle. Lei cerca ora di creare in second life opere che sono un invito alla meditazione ed al riposo dell’anima. Il suo motto nella sua seconda vita: ” l’arte, l’amore e l’amore per l’arte”. Nats
Natsha ( Nats son surnom ) est une jeune artiste française née sur la côte bretonne. Fille des tempêtes, de la pluie et de la mer, elle a hérité du tempérament sauvage et rêveur qui caractérise son pays. Ses tableaux pleins de force et d’energie sont fortement influencés par des artistes tels que Andy Warhol,Tony Soulie, F.Dilasser, D.Humer et N.Nussle. Elle tente à présent de composer des sculptures, veritable invitation à la méditation et au repos de l’âme. Sa devise dans sa seconde vie ” l’art, l’amour et l’amour de l’art “.
is a young French artist born on the coast of Brittany. Daughter of storms, rain and sea, she has inherited from the wild and dreamy temperament that characterizes her country. Her paintings full of strength and energy are strongly influenced by artists such as Andy Warhol, Tony Soulie, F. Dilasser, D. Hunter and N. Nussle. Now she tries to compose sculptures, veritable invitation to meditation and repose of the soul. His motto in her second life ” art, love and the love of art. ”
A Bottega con l’Arte e con la Mente. Un progetto di condivisone esperienze saperi emozioni. Calix Demina, Elle Ellsmere, GiulaTess Kaestner, Lapsus Weinstein, SaveMe Oh, Ush Underwood,Yaia Nishi.
L’Isola dei Gechi, con foto di Papper Papp.
Art Music Theatre Concerts Live Streaming Elearning Perception Jewelry Gioielleria Bijouterie
Noumenon “tutto ciò che non può essere percepito nel mondo tangibile”
Permission for photographs and machinima. Dear visitor, I want to know that at Art&Mente Lands You are authorized to take pictures and shoot video. The island is public and we give you maximum freedom. We ask only, if you want it to indicate that you did the photos or videos to Art&Mente. Thanks
le nuove opere degli artisti Kicca Igaly Maryva Mayo nessuno Myoo Nino Vichan
All’arrivo nella land troverete il Teleport con destinazione Space Art Vi aspettiamo
SPACE ART – NOTE SULLA MOSTRA
Space Art è una mostra d’arte itinerante che presenterà quattro oppure otto artisti per 15 giorni nelle Sim che la ospiteranno. Gli artisti hanno a disposizione una cupola per ciascuno di quelle mostrate nella foto e la esposizione / stazione spaziale è raggiungibile con un teleport pubblicizzato a terra. La mostra ospiterà per 2 settimane le opere di fotografia, primpaintings, e scultura prodotte in SL.
In SL nasco come Kicca Igaly il 13 Aprile 2007. Sono entrata per la prima volta in Second Life per curiosità… provenendo da precedenti esperienze di pittura in RL e amando l’atre, ho scelto di impiegare il mio tempo a cercare nuove forme di espressività artistica. In SL infatti, ho trovato gli strumenti che mi servivano e dopo un rapido corso di apprendimento, che ho seguito a Indire, ho cominciato a cimentarmi con la scultura digitale, o building artistico, che dir si voglia e l’avventura è cominciata. Le forme espressive che prediligo, si appoggiano sulla manipolazione dei prim di SL e di molte sculture produco anche la texture. Solitamente, le mie opere partono da un progetto artistico, che prende forma nella mia mente prima che metta mano a quello che io scherzosamente chiamo “scalpello digitale” e quando le linee del progetto sono chiare faccio una ricerca per trovare gli strumenti che ritengo più adatti per realizzarlo. Ho pertecipato a numerose mostre in SL, in musei e gallerie in land italiane e non. Tra le varie esperienze, è sicuramente da ricordare la partecipazione a BURNING LIFE 09, con un progetto realizzato in collaborazione con Nessuno Myoo, dal nome ArtEvolutionCube, ospitato in una delle dodici sim messe a disposizione dell’Art Department, diretta da White Lebed. Esperienza che si è ripetuta nel febbraio 2010 con una masterclass Burniversity per il progetto Afterburn. Penso di essermi creata… una vera e propria nuova carriera artistica in questo metaverso, che non manca di darmi grandi soddisfazioni anche a livello umano grazie a persone fantastiche che ho avuto modo di incontrare.
Visitando il mio showroom , potrete vedere le sculture realizzate in Second Life e i dipinti di Real.
Cittadina del Mondo, amante dell’Arte in tutte le sue forme d’espressione, ho studiato pianoforte e dipinto in gioventù, da dilettante. Curiosa, proiettata sempre verso il futuro, amo e seguo le nuove tecnologie, ricerche e sperimentazioni, che mi hanno portato a essere ‘artista’ in Second Life, ed a realizzare ora in Real, Digital Art. In questo mondo, regna la fantasia e la creatività pura, ne resto affascinata e, giunta a Indire, seguo i primi corsi ed apprendo come manipolare i prim. Entro in contatto con alcuni artisti che fanno risvegliare in me la passione per l’arte ed inizio a manipolare quei prims come fossero creta, fino a quando non “sento” che da questi fuoriesce un’idea, un messaggio, una sensazione, e considero l’opera finita solo quando, fermandomi ad osservarla, riesco a … “ascoltarla”. Le mie prime expo risalgono al 2007e nel 2008, inizio la seconda fase del viaggio in SL; affino le mie tecniche creative e di ricerca, partecipo a vari expo e concorsi in Gallerie, Musei e Land italiane e estere; incontro nuovi amici, comunico con loro e trasmetto e ricevo sensazioni che cerco di esprimere con le mie creazioni. I riconoscimenti e i successi ottenuti, gli incontri e i contatti con persone stupende, mi stimolano a continuare il mio viaggio e percorso artistico in SL, nel campo dell’arte virtuale 3D, ricercando e sperimentando sempre nuove tecniche. Attualmente la mia arte, in SL, è focalizzata sull’interazione tra strutture dinamiche e texture, quasi totalmente di mia creazione, per poter meglio trasmettere il mio messaggio; sono attratta e mi dedico alla realizzazione di progetti e alla condivisione e partecipazione a progetti internazionali di gruppo. In RL, ancora non ho ripreso in mano i pennelli, ma creo Digital Art, che per ora espongo in SL.
Biografia di nessuno Myoo
Breve biografia di nessuno Il mio nome è nessuno myoo e nasco a nuova vita il 21 Settembre 2007. Da subito ho iniziato a girovagare per le land più disparate cercando di soddisfare ogni mia curiosità su quello che per me allora appariva come un nuovo e potente mezzo di comunicazione emozionale. Grazie ai corsi seguiti a Second Learning a INDIRE ho imparato a manipolare i miei prim. L’incontro con l’artista, gallerista e amico Lion Igaly mi ha poi introdotto nell’affascinante mondo dell’ Arte Virtuale. Musicista e con la passione del disegno in rl mi sono quindi ritrovato entusiasta a fare lo scultore nel metaverso. Per le mie opere ho decodificato un linguaggio semplice ed originale che si esprime nel modo di lavorare i prim: quel torcere, allungare, svuotare per poi riempire che mi diverte tanto… I legni e i metalli sono fra i materiali che prediligo. A volte levigati e lucidi, altre corrosi e dai forti contrasti. Visioni diverse per sensazioni diverse. Col mio figurativo essenziale cerco di esprimere la bellezza, l’energia, la leggerezza, il movimento, la poesia.
Permettetemi di aggiungere ancora due parole, di cui vado orgoglioso, scritte qualche tempo fa dalla persona che -prima fra tutte- ha creduto nel mio lavoro. Grazie Lion :O)
“….la maggiore produzione di Nessuno è sicuramente incentrata sulla figura umana, già ampiamente studiata, smontata e rimontata nelle precedenti esperienze di quadri prodotti in RL. Ma la scultura impone passi particolari, che hanno incanalato il gusto estetico di questo artista verso nuove forme creative, pur mantenendo quel tenebroso meccanismo all’origine della sua arte: “fai a pezzi quella figura e usa quei pezzi per mostrarla di nuovo”. E la figura viene rimontata sotto mutazioni solo in parte cubiste o astrattiste, ma direi, estetiche. Laddove l’estetica figurativa era stata sepellita, qui ritorna con logica coerente a mostrare una figura bella da vedere, ancorchè smontata, incompleta, contenente più spazi che volumi pieni e al tempo stesso piena di contenuti… ” Lion Igaly
L’entità biologica alla base di questo avatar è uno sviluppatore web che lavora in diversi ambienti multimediali interattivi, tra cui la programmazione web, pc, fino alla composizione di musica elettro-acustica. Questa entità biologica ha trovato uno sbocco creativo enorme in questo ambiente di realtà virtuale di Second Life e sta esplorando la molteplicità dei luoghi per questa nuova energia creativa.
The biological entity behind this avatar is a web developer who works in diverse multimedia environments including interactive web-based programming and interactive computer-based electro-acustical composition. This biological entity has found an enormous creative outlet in this Virtual Reality Environment of Second Life and is exploring multiplicites of venues for this energy.
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Lucid Dreaming
A lucid dream is a dream in which the sleeper is aware that he or she is dreaming.
A dream-initiated lucid dream (DILD) starts as a normal dream, and the dreamer eventually concludes that he or she is dreaming,
A wake-initiated lucid dream (WILD) occurs when the dreamer goes from a normal waking state directly into a dream state with no apparent lapse in consciousness.
The art work created through my avatar Nino Vichan is an expression of lucid dreaming. It is an exploration begining in the mind and played out in shape, color, texture and interactivity.
In this lucid dream I choose to create images and objects and I choose to interact with them in different ways
In this lucid dream I choose to make: images appear and dissapear abruptly or at a glacial pace images overlap each other and through changing transparencies may be made to blend with each other images move and create the sensation of shifitng sand colors change over time and reflect the fantasy of the emotions shapes change and evolve into complex forms of liquid substance objects glow and grow dark illuminating their space and enveloping it in darkness objects become polished and shinny reflecting the sun and near by lights textures move and undulate passing over the surfaces of irregular shapes
A Bottega con l’Arte e con la Mente. Un progetto di condivisone esperienze saperi emozioni. Calix Demina, Elle Ellsmere, GiulaTess Kaestner, Lapsus Weinstein, SaveMe Oh Ush Underwood,Yaia Nishi.
Permission for photographs and machinima. WELCOME TO Art&Mente LAND
Permission for photographs and machinima. Dear visitor, I want to know that at Art&Mente Lands You are authorized to take pictures and shoot video. The island is public and we give you maximum freedom. We ask only, if you want it to indicate that you did the photos or videos to Art&Mente. Thanks
Lapsus Weinstein ******************************* BENVENUTO NELLE TERRE DI Art&Mente
Autorizzazioni per fotografie e machinima. Caro visitatore, voglio informarti che negli spazi di Art&Mente tu sei autorizzato a fare foto e girare video. L’isola è pubblica e noi ti diamo massima libertà. Ti chiediamo solo, se tu lo vorrai, di indicare che hai fatto le foto o i video ad Art&Mente Grazie
shadows and light in SL. autoritratto di avatar. solo un’ombra nello stagno? di Fabio Fornasari (Asian Lednev in SL) – giugno 21, 2009 http://luoghisensibili.wordpress.com/2009/06/21/autoritratto-di-avatar-solo-unombra-nello-stagno/Parliamo di ombre. Monet, nel 1905 si fotografa nel suo stagno delle nifee in forma di ombra. Lo fa in una forma autoriflessiva: è un vero autoritratto. Secondo Stoichita* se si fotografa come riflesso della superficie dell’acqua apparendovi come ombra lo fa per suggerire non tanto un atto d’amore verso se stesso ma verso il proprio mondo simbolico. Ciò che la sua ombra espone è l’ombra del suo sguardo che si istituisce come pittura, quello sguardo che si struttura come visione, come pittura…
Già. Facile a dirsi. Eppure negli ultimi 3 anni, e in particolare in queste ultime settimane, qualcosa abbiamo intuito (non necessariamente ‘capito’)
I mondi virtuali e i social network promettono molto, raramente mantengono, ma nell’impermanenza qualcosa cresce, continua e mette radici, oltre l’effimero, che è cosa diversa.
Qualcuno ha scritto che in un mondo di mercanti e di merci è impossibile essere e trovare amici, perchè prevale l’interesse privato sulla relazione, sui sentimenti, sulle emozioni.
Abbiamo scoperto, proprio grazie ai social network e a Second Life che non è necessariamente così.
La bellissima canzone Firenze bottegaia ci ricorda che, oltre la nostalgia, vive un mondo interumano fatto di scambi, materiali e immateriali.
La ricchezza è indispensabile al nostro ben essere, tanto quanto i “valori” della modestia e della “povertà”, intesa, quest’ultima, non come l’espressione dell’invidia per chi più possiede, ma come capacità di rinuncia a qualcosa, e si puo’ rinunciare solo quando già si possiede, Buddha Siddharta e San Francesco ce lo ricordano.
Il prossimo incerto futuro umano richiede e impone molte rinunce, e trattiene, mantiene nella povertà, quella vera e priva di qualunque “valore”, e nell’oppressione una parte crescente della nostra interconnessa e globale società.
Qualche via però si intravvede, a partire proprio dal concetto di “proprietà”, di quella ricchezza cui è impensabile rinunciare, pena il regresso non certo all’età dell’oro, ma alla più feroce barbarie.
In Second Life e nei Social Network investiamo gran parte ormai del nostro tempo, e anche del nostro denaro (per comprare land e oggetti vari, per poter giocare, prendere parte al gioco, e anche per provare a metterci in gioco)
Ma di quel che compriamo, che cosa realmente “possediamo” ? E’ pensabile, nel 2010, andare oltre il concetto di “ownership”, di proprietà?
A me pare che ci siamo quasi, perchè un numero crescente di noi ha capito che tutto quello per cui spendiamo, o meglio in cui e per cui “ci” spendiamo, finisce di appartenerci nel momento stesso in cui viene “messo in rete”, cioè in comune, indiviso e condiviso con altri.
Comprese le idee, quelle che un tempo si sarebbero chiamate “ideologie”, i valori alti, la profondità dei sogni e dei desideri di ciascuno, insondabilie profondità, di cui non finiamo di scandagliare il fondo, stupendoci ogni volta di quanto poco se ne sia esplorato fino a un attimo prima, e di quanto siamo lontani dal raggiungere un “fondo”
Ci scopriamo, rimaniamo scoperti e fragili, e decisi a difendere questa posizione così vulnerabile.
Perchè ha una qualità, è vera, autentica, fonte di un nuovo possibile genere di ricchezza.
Una ricchezza leggera, fatta di scoppi di risa (a volte anche di commosso pianto), di divertimento non futile, di allegria, di trasgressioni che spostano il nostro baricentro, e ci proiettano a roteare in orbite nuove, ciascuno la sua, ma attraversata da altre, e certo anche di importanti e impegnati eventi e manifestazioni, riflessioni, letture, dibattiti…
Ecco, la nostra rosa.
Esserne responsabili, come, dobbiamo scoprirlo insieme, non esiste una ricetta già data, o già scritta.
Voglio spezzare una lancia a favore di Brescia e dei bresciani. La Lega, sui ‘media’, e Brescia, sembrano legati a doppia mandata, come se la Lega fosse nata a Brescia, e i Bresciani fossero i rappresentanti del peggiore razzismo. Come direbbe il sindaco ‘a modino’ di Firenze, Renzi, mi imbelvisco.
Brescia oltretutto ha moltissimo in comune con Firenze, e con il Rinascimento italiano.
Quelli che dicevano che non è vero che il rinascimento italiano o riparte da Firenze, o non riparte affatto
Città e valli industriali da sempre’, e da a sempre anche fertile terra di agricoltura e allevamenti, invasa e attraversata da popolazioni dei 4 angoli della terra, da tempo immemorabile.
I Bresciani sono ’schietti’, si dicono le cose ‘in faccia’, e questa schiettezza, come si vede nei numerosi servizi televisivi, contagia anche i nuovi immigrati.
Ho avuto modo negli ultimi decenni di vedere immigrati in molte città italiane, e francamente l’equilibrio di relazioni umane che si è realizzato nel territorio bresciano l’ho riscontrato raramente altrove.
Vero che volano parole grosse, perchè da sempre i Bresciani ‘parlano’, al bar, nelle piazze, nelle sedi istituzionali, con linguaggio colorito e ’senza peli sulla lingua’, in un dialetto simile al bergamasco, ma addolcito dal prolungato dominio della Repubblica di Venezia, e dai numerosi e ripetuti contatti con altre civiltà e culture: perchè i bresciani sono da sempre anche MIGRANTI, ovunque nel mondo.
Ho in orrore le idee razziste e xenofobe e le conseguenti pratiche leghiste, ma al contempo penso sia sbagliato prendere sempre e soltanto Brescia come esempio di città e territorio leghista.
VORREI IL DISEGNO DI UNA PECORA
Fin dal tempo dei Galli celtici, i Bresciani sono sempre stati ‘contro’ ogni limitazione della loro libertà, delle loro autonomie (in particolare nelle tre valli che confluiscono nella città di Brescia, dove già nell’anno 1000 si costituivano i primi Comuni) che hanno rivendicato contro etruschi, goti, milanesi, franchi, spagnoli, veneti illuminati e, a volte altrettanto illuminati, asburgici austriaci, così come dalle valli sono scesi a contrastare i Francesi e Napoleone.
Ma Brescia, città e valli, è anche terra di arte e cultura, di umanesimo, rinascimento, illuminismo, scienza, tecnica, tensione al futuro che unisce saperi, sapori, umori, relazioni umane, passioni anche aspre.
In sintesi, ritengo sia un grave errore confondere il particolare ’stile comunicativo’ dei Bresciani, che ha anche i suoi aspetti ‘ruspantemente’ positivi, e l’antica passione per la caccia, con questioni ben più profonde, come la reale capacità di accoglienza e di dialogo col ‘diverso’, tipica di queste terre.
In particolare la Sinistra, che ha perso il Nord Italia, e anche Gianfranco Fini, dovrebbero riflettere bene come distinguere sostanza e apparenza, perchè forse la ‘chiave’ per trasformare anche Brescia, come Firenze, in una città di punta per un nuovo rinascimento italiano, c’è già…
Un esempio di bresciano che molto prima che esistesse la Lega, come il sudtirolese/altoatesino Alexander Langer, si batteva per il recupero e la sopravvivenza delle culture locali, e per un vero federalismo:
La storia e la cultura bresciane, oggi e negli scorsi millenni, a partire dalla colonizzazione camuna e celtica, seguita da quelle etrusca, romana, longobarda, veneta, francese, spagnola, austriaca e italiana, ha delle particolarità tali da rendere davvero speciale il territorio delle Tre Valli (Camonica, Trompia e Sabbia, e della pianura, delle montagne e dei laghi (Iseo, Garda, Idro, Ledro e gli incantevoli laghetti alpini)
Brescia Piazza Loggia in Second Life
Non solo fin dalla più remota antichità (5-7000 anni orsono) si sono qui intrecciati interessi minerari (estrazione del ferro e di altri preziosi minerali) e dunque artigianali e industriali, con i pascoli alpini (la malga, l’alpeggio) e l’agricoltura della campagna che si estende verso i territori di Mantova e Cremona, ma la posizione geografica stessa, all’incrocio tra popoli ed etnie di provenienza diversa hanno favorito il confronto e lo scambio fino a costituire ancor oggi le basi della pacifica convivenza di genti provenienti dai quattro angoli del globo, dopo che per secoli i bresciani sono stati loro stessi migranti, praticamente ovunque.
Questo ha favorito anche il convergere nel territorio bresciano di arti e artisti: lo si puo’ facilmente scoprire dall’architettura di Brescia, con il suo cuore romano, ma anche veneto e toscano – rinascimentale, e però anche girovagando per le valli, nei più sperduti paesini.
Brescia che verra', in Second Life
Come Marmentino, ad esempio, il cui toponimo rimanda forse al carcere Mamertino presente nell’antica Roma, da cui i colpevoli di reati più gravi venivano damnati ad metalla, ovvero spediti a cavare ferro in Valle Camonica e in Valle Trompia, come testimoniano, tra l’altro, i pochi resti intatti delle antiche strade romane che attraversavano, in quota, longitudinalmente le valli alpine.
Intorno all’anno 1000. Marmentino e i comuni limitrofi dell’Alta Valle Trompia (a nord di Gardone) furono tra i primi a rivendicare le proprie autonomie federandosi in comunità (una nobile famiglia, le donne di Fusio, di origine valsabbina, donarono al comune di Marmentino il proprio territorio, ad esempio), e queste autonomie furono a lungo riconosciute e tutelate dalla Serenissima Repubblica di Venezia
Venerdì 16 gennaio scorso nella chiesa parrocchiale dei SS. Cosma e Damiano di Marmentino è stato presentato ufficialmente il volume relativo al carteggio della famiglia Zubani; relatori il sindaco Mario Nicolini, il presidente della Provincia architetto Alberto Cavalli, il professor Sandro Fontana docente universitario a Brescia, la professoressa Piera Tomasoni docente universitaria a Pavia e il professor Idelfonso Corini assessore alla cultura della Comunità Montana di Valle Trompia, coordinatore Carlo Sabatti
Pubblicato il pregevole ed inedito carteggio della famiglia Zubani dagli ultimi decenni dell’800 alla metà del ’900 – curatrice la professoressa Elena Pala Zubani. Il volume edito dalla Com&Print di Brescia è stato voluto dall’Amministrazione Comunale di Marmentino.
Nella premessa al libro, davvero prezioso, Mario Nicolini, sindaco da un decennio, fratello del compianto mons. Giulio (vescovo di Cremona), rimarca le caratteristiche dell’operoso e solatìo Comune montano di Marmentino, la cui vita riemerge significativamente nelle pagine delle missive degli Zubani e dei loro corrispondenti: «A Marmentino, con le contrade di Ville, Dosso e Ombriano – scrive lo storico Carlo Cocchetti nel volume “Brescia e sua provincia” (p. 271), edito a Milano nel 1858 – «si raccolgono noci e funghi d’antana. […] L’Oratorio dell’Assunta a Dosso venne edificato nel XIV secolo, e unito alla parrocchiale nel 1459. La parrocchia ha quadri dei tre nostri migliori cinquecentisti». Nel 1898 Gustavo Strafforello in “La Patria – Geografia dell’Italia – Provincie di Bergamo e Brescia” (p. 352) specifica che il territorio del Comune di Marmentino, con 786 abitanti, «si trova nell’interno dell’alta Val Trompia, alla sinistra del Mella e sulle scoscese pendici del monte Ario (1757 m.), dividente questa vallata dalla contigua Val Sabbia. Il Comune di Marmentino è assai frazionato. – Marmentino, villaggio capoluogo, non conta più di 230 abitanti e trovasi a 825 metri sul livello del mare. Ha una discreta chiesa parrocchiale», con «una pala d’altare di buonissima scuola, attribuita al Tiziano, ma più probabilmente opera del Moretto. Altro dipinto, non privo di pregio, in questa chiesa è un Sant’Antonio, assai guasto e dovuto al bresciano Lattanzio [Gambara]. Frazioni di questo Comune sono: Ombriano (891 m.) e Ville (825 m.). […] Il suolo di Marmentino è abbastanza fertile: dà frumento, segala, canapa, patate, barbabietole ed altri prodotti. Ha ricche boscaglie cedue e d’alto fusto, nonché estesi pascoli, dai quali è assai favorito l’allevamento del bestiame, industria principale del luogo». Marmentino è il paese d’origine degli Zubani, il cui carteggio è valorizzato in questa edizione che è testo di acuta umanità ed insieme di storia ‘nostra’ dagli ultimi vent’anni dell’800 agli anni Quaranta del secolo scorso. L’Amministrazione Comunale di Marmentino è orgogliosa di quest’opera che vuol essere un omaggio alla gente di questo borgo della Valle del Mella, povero nella sua economia montana di sussistenza che ha costretto molti ad emigrare per lavoro, ma ricco di opere d’arte, come ricordano gli storici citati. Basterà nominare la mirabile pala maggiore del Redentore con i SS. Cosma e Damiano, ora concordemente attribuita al grande Moretto da Brescia, lo stupendo S. Antonio abate, già assegnato al Gambara, ma – liberato dalle ridipinture che l’avevano sfigurato – più giustamente dato al Bonvicino ed il raffinato quadro della Madonna del Rosario di Pietro Maria Bagnatore, opere conservate nella parrocchiale dei SS. Cosma e Damiano, e poi la deliziosa tela di S. Rocco di Ombriano e la meravigliosa pala dell’Assunta del Dosso, entrambe firmate dal Bagnatore. Proprio al Dosso vivevano gli Zubani del carteggio. Non è casuale la pungente nostalgia di Cenzo che dalla Sardegna dove lavorava come chimico sogna le feste grandi celebrate al Dosso per l’Assunta. Il maestro e poeta Santo – tra l’altro – parla delle sue esperienze come insegnante elementare e come segretario comunale nel suo paese natio; intensa anche se breve è l’esistenza di Peppino, addolcita dal tenerissimo amore di Jeannette, personaggio di sublime delicatezza; don Franco è combattente e cappellano militare; Teresa Mazzoldi, sposa di Santo, è cugina degli Zanardelli, tra cui spicca l’onorevole Giuseppe, presidente del Consiglio. Non mancano cenni al grande statista, la cui famiglia era originaria di Collio, ed ai liberali zanardelliani. Un mondo di affetti, di difficoltà, di accettazione delle fatiche del vivere, di speranze e sogni, piccolo e grande universo d’un paese di montagna, in cui pulsano le ragioni della fede e la religione del lavoro. Siamo profondamente grati alla professoressa Elena Pala Zubani che ha voluto donarci un’opera così viva e fonte di arricchimento umano e culturale. Commoventi la cura e la passione dedicate all’interessantissimo carteggio che fissa negli annali della storia vicende emblematiche dell’antica terra di Marmentino, di cui la sua gente è legittimamente orgogliosa». Fabio Ferraglio, sindaco di Sarezzo, nuovo presidente della Comunità Montana che ha patrocinato l’opera, sottolinea: «Così vera e viva appare la nostra Valtrompia fra le righe delle centinaia di lettere dell’epistolario Zubani. Questo mi è parso, fra i molti, il pregio più significativo della splendida opera curata dalla professoressa Elena Pala Zubani e voluta dall’Amministrazione Comunale di Marmentino. Uno sguardo dall’interno, una descrizione non stereotipata, uno spaccato di vita vissuta che fa riecheggiare, in tutti noi, il richiamo di una storia che, seppure un po’ distante cronologicamente, ci appartiene e ci accomuna. Il tono familiare, le espressioni di delicata intimità, la commozione che pervade le missive dal fronte: tutto, in questo epistolario, evidenzia la grande umanità, l’attaccamento ai valori di sempre tipico della nostra gente. Una sorta di filo rosso che attraversa e unisce le generazioni di valtrumplini. Un cenno doveroso alla documentazione fotografica così straordinaria e per certi versi sorprendente che ci riconsegna un mondo forse troppo presto dimenticato e che merita di venire riscoperto e offerto alla riflessione e all’analisi delle nuove generazioni. Alla professoressa Elena Pala Zubani, a Mario Nicolini e alla sua amministrazione, va il ringraziamento della Comunità Montana di Valle Trompia per averci regalato un dono così particolare e prezioso». L’architetto Alberto Cavalli, presidente dell’Amministrazione Provinciale di Brescia, che pure è sponsor dell’importante pubblicazione, ha voluto specificare le peculiarità dell’opera, data accuratamente alle stampe e ricchissima di riferimenti di storia e profonda umanità: «Un’edizione di fonti è sempre un’opera culturale pregevole, non solo perché mette a disposizione contenuti di conoscenza poco noti o difficilmente accessibili, ma soprattutto perché consente ad una comunità di riconoscersi nel passato che le è proprio. Il vasto territorio bresciano custodisce, nella varietà delle sue forme e nella suggestione di suoi paesaggi, un patrimonio culturale ricchissimo, in larga parte ancora da scoprire», rileva il presidente Cavalli, aggiungendo: «Le opere e i giorni del maestro e poeta Santo Zubani, della moglie Teresa Mazzoldi, dei loro figli e delle sorelle del grande statista bresciano Giuseppe Zanardelli – del quale ricorre il primo centenario della morte, che la Provincia ha celebrato con una prestigiosa mostra al Vittoriano di Roma e nei luoghi bresciani che hanno inciso nella sua vita di politico e giurista – rivivono, dunque, in questo epistolario, amorevolmente edito e commentato dalla professoressa Elena Pala Zubani di Marmentino. Si tratta di uno squarcio di grandissimo interesse che documenta – attraverso la corrispondenza privata dei Mazzoldi, degli Zubani e dei cugini Zanardelli – le vicende umane della provincia bresciana, tra la fine dell’Ottocento e l’intero Novecento. Sullo sfondo c’è l’alpestre, solatio e bellissimo paese di Marmentino, in Alta Valtrompia. Non mancano accenni a Irma, Gardone, Tavernole, Brescia, Bergamo e Milano, luoghi che hanno raccolto le tracce del tempo, i personaggi, le loro vicende e consuetudini. Esemplari e di grande rilevanza sono le missive che Cenzo Zubani inviò dalla Sardegna, nelle cui miniere lavorò tredici anni come chimico. Struggente, appassionato e tragicamente breve l’amore tra Jeannette, affascinante e misteriosa giovane milanese, e Peppino Zubani, scomparso all’età di ventitré anni. Commoventi le lettere dal fronte del sacerdote valtrumplino, don Franco Zubani, detto Cicino, che testimoniano ansie, dolori, nostalgia pungente per l’amatissima “piccola patria” di Marmentino, la terribile sofferenza causata dal distacco dai propri familiari durante la prima guerra mondiale. Altrettanto coinvolgente il capitolo sulle vicende di don Franco, tenente cappellano militare in Africa Orientale durante la seconda guerra mondiale: un susseguirsi di episodi, lieti e tristi, a scandire le esistenze, indubitabilmente sorrette dalla fede in Dio. Il volume, denso di note puntuali e di riferimenti bibliografici, è arricchito da splendide immagini e vecchie fotografie che fanno rivivere molti aspetti di un mondo ormai sbiadito. Prezioso approfondimento di un periodo storico che fa compendio di una comunità che ritrova le ragioni dello stare insieme. Ad Elena Pala Zubani il merito, nato da un appassionante attaccamento a Marmentino ed alla Val Trompia, di aver tratteggiato un affresco carico di ricordi, di nostalgia e di vita vera». La presentazione del libro, edito ‘per felice iniziativa’ del Comune di Marmentino, è dovuta alla professoressa Piera Tomasoni, docente presso l’Università di Pavia, la quale sostiene che: «Il carteggio Zubani, di ambiente piccolo borghese, relativamente benestante, non entra nell’universo popolare in senso proprio: ma ciò non toglie nulla al suo interesse. Da queste lettere, dovute a vari corrispondenti e addensate soprattutto nell’arco di anni compreso tra il 1890 e gli anni Venti del secolo scorso, emerge uno spaccato significativo della vita e delle aspirazioni della classe media della provincia bresciana: attiva e tenace nella costante ricerca di migliorare la propria condizione, laboriosa, ottimista, e profondamente legata ai valori della famiglia, della fede e delle proprie tradizioni. Le voci che qui si susseguono, oltre a quelle di Santo e della moglie, sono quelle di tre dei loro quattro figli: Don Franco, con lettere degli anni giovanili di studente a Brescia, e poi del servizio militare sui fronti della prima guerra mondiale, fino alla prigionia in Kenya, durante la seconda, testimoniata in sintetiche ed efficaci note di diario; Cenzo, che lavorò per molti anni come chimico presso le miniere di Ingortosu, in Sardegna; Peppino, volontario durante la Grande Guerra e morto giovane, di tubercolosi. Spiccano tra tutte, a mio parere, le lunghe, bellissime lettere dalla Sardegna di Cenzo, che si alterna, nello scrivere, con la moglie Teresa. Si leggono come un romanzo, che racconta dell’impegno, delle difficoltà, dei sacrifici e dei frequenti momenti di sconforto in un ambiente sentito così lontano ed estraneo, qualche volta ostile, dai due giovanissimi emigranti; ma che dice anche delle speranze e del calore affettuoso, che viene dal colloquio quasi quotidiano con i parenti lontani, e che alimenta la voglia e la capacità di andare avanti. Si apprezza anche la scrittura, ricca, pastosa nelle lunghe e particolareggiate descrizioni dei luoghi, e spontaneamente efficace nel resoconto, spesso minuzioso, di una vita e di una mentalità così diverse da quelle del “Continente”. La curatrice del volume, Elena Pala, una giovane e promettente studiosa, che ha anche, e prima di tutto, il merito di aver ritrovato il carteggio, trascrive gli originali con cura e fedeltà, rispettosa anche delle piccole scorrettezze che talora sfuggono a questi scriventi, ben scolarizzati e complessivamente al di fuori del dominio popolare. Lo studio dettagliato di queste importanti testimonianze della scrittura comune, colta a un livello non basso, sono oggetto di una fase della sua indagine tuttora in corso, che offrirà un utile contributo anche da questo punto di vista. A Elena Pala, che si è assunta con competenza ed entusiasmo l’impegno della ricerca, e alle Istituzioni, che con intelligente lungimiranza hanno promosso la pubblicazione di un volume importante, i rallegramenti per i risultati conseguiti. Ai lettori, il piacere di una bella riscoperta», gradita grazie anche alle stupende cartoline d’epoca e ad alcune riproduzioni a colori, di grande suggestione e pregio, che impreziosiscono il volume, la cui rilevanza travalica la Valle del Mella.
Scritti, libri e cultura a Marmentino (Brescia) Carteggio Zubani (si parla anche della mia mamma, Itala, emigrata dalla Sardegna a Milano all’età di 3 anni, nel 1918, dopo che mio nonno era migrato da Brescia ad Arbus, in Sardegna, ai primi del ‘900 …) http://www.valletrompia.it/or4/or?uid=esy.main.index&oid=11748